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La Repubblica 1.4.2018 – E per il terreno indagato Parnasi il costruttore: “Concorso in bancarotta”

RASSEGNA STAMPA

E per il terreno indagato Parnasi il costruttore: “Concorso in bancarotta”

condividi su facebook condividi su twitter  Redazione  01-04-2018 – Ore 12:07

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E per il terreno indagato Parnasi il costruttore: “Concorso in bancarotta”

LA REPUBBLICA – Francesco SALVATORE –

Luca Parnasi denunciato per concorso in bancarotta nell’ambito della vendita del terreno di Tor di Valle, su cui dovrà nascere il nuovo stadio della Roma. La procura nei giorni scorsi ha aperto un’indagine dopo l’arrivo di una denuncia, firmata dall’associazione Tavolo della libera urbanistica, in cui il costruttore viene tirato in ballo per aver concorso, tramite la compravendita del terreno, nel fallimento della Sais spa, di Gaetano e Umberto Papalia, avvenuto nel 2014. Secondo i denuncianti, Parnasi, amministratore di fatto di Eurnova srl, nella stipula del primo e del secondo rinnovo contrattuale di compravendita del terreno, avrebbe in accordo con i proprietari della Sais, compiuto una distrazione dalle casse dell’azienda.

Stando alla denuncia dell’associazione depositata dall’avvocato Edoardo Mobrici, e finita sul tavolo del pm Mario Dovinola, i due si sarebbero stretti la mano, nel giugno 2013, con un accordo al ribasso per la società di Papalia, e a vantaggio di Parnasi. Così facendo la Sais sarebbe stata depauperata di un capitale importante, contribuendo a portarla al fallimento, avvenuto 11 mesi più tardi: la normativa in tale materia a tutela dei creditori, infatti, vieta per le società qualsiasi cessione nell’anno precedente. Nel primo accordo, dell’aprile 2012, il trasferimento del terreno a Eurnova era fissato a 42 milioni di euro e alla condizione sospensiva che il Comune desse l’ok alla trasformazione dell’area. Nel secondo fu data immediata efficacia al trasferimento del terreno in favore di Eurnova senza fideiussioni, pagando una caparra di 600mila euro, e confermando i 42 milioni, specificando però che la metà, 21 milioni, sarebbero stati conferiti solo con la stipula della convenzione urbanistica. In caso contrario, Sais avrebbe ricevuto 21 milioni di meno. Un atto, per l’associazione, che ha penalizzato la Sais, perché il terreno è stato trasferito subito alla metà della cifra stabilita in precedenza. A insospettire i denuncianti, inoltre, anche la cronologia degli eventi. Il 26 giugno 2013, il giorno dopo la modifica del contratto, la Sais ha presentato domanda di concordato al tribunale fallimentare, poi bocciata.

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